
Indice dei contenuti
- Ergonomia industriale al servizio della produttività
- Migliora la postazione di lavoro
- Attenzione al microclima interno
- Attenzione ai movimenti ripetuti
- Movimentazione manuale dei carichi in sicurezza
- Metodo OCRA
- Come si svolgono questi livelli d’indagine OCRA?
- Ergonomia e Industria 4.0
- Ergonomia degli strumenti e delle attrezzature
- Utilizzo di strumenti adatti per i carichi
L'ergonomia è un principio chiave che deve essere messo al servizio della produttività. Infatti con il termine ergonomia intendiamo quella scienza che si occupa della coesistenza degli elementi che partecipano a un sistema di lavoro: Uomo, macchina e ambiente. L'obiettivo è quello di aumentare il grado di efficienza, assicurando contemporaneamente sicurezza e benessere psico-fisico per i lavoratori. Il cosiddetto “Design del buon lavoro” è un approccio preventivo dell’ergonomia per il raggiungimento della “Fabbrica del futuro”. Detto in altre parole, l'ergonomia ci permette di lavorare meglio e con maggior soddisfazione sotto tutti i punti di vista.
Un ambiente che si preoccupa dell'ergonomia - dal greco érgon (lavoro) e ńomos (regola) - degli attrezzi, delle postazioni di lavoro e delle macchine che vengono utilizzate per la produzione è più sicuro ed efficiente. Permette di aumentare il grado di soddisfazione degli utenti che interagiscono con l'ambiente e di conseguenza la sua produttività. Come suggerisce Wikipedia, infatti:
"Il rapporto tra l'utente e il mezzo utilizzato influisce inoltre in maniera rilevante sulla efficienza dello stesso individuo, come si evince dall'enunciato migliorare la soddisfazione dell'utente e l'insieme delle prestazioni del sistema".
Appare chiaro, quindi, che è un obiettivo importante per un'azienda occuparsi di questo aspetto. Se vuoi aumentare la produttività dei dipendenti, degli operai, delle persone che gestiscono e organizzano un magazzino bisogna eliminare ogni ostacolo per la buona riuscita di un compito. Questo è uno dei principi chiave della lean production e si ottiene curando al meglio l'ergonomia aziendale. Obiettivi diversi ma complementari legano l’ergonomia alla lean production e mettono la prima al servizio della seconda. Se migliori l’ambiente di lavoro, riduci i rischi per i lavoratori, ne aumenti il benessere e ne limiti perdite di tempo ed errori, questi saranno propensi a lavorare efficientemente e a produrre di più, riducendo i Muda. Chiarito il ruolo dell’ergonomia nel meccanismo della lean production e del percorso verso l’industria del futuro, cerchiamo di capire come effettivamente questo operi nelle postazioni di lavoro.
Ergonomia industriale al servizio della produttività
Sfruttare l'ergonomia industriale per aumentare la produttività sul posto di lavoro: questo è uno dei principi base dell'efficienza operativa per un'azienda. Ma è anche una leva utile per chi lavora attraverso una prospettiva di lean organization, la gestione snella ed efficace del processo produttivo.
Sappiamo che la lean production si basa su un principio chiaro: bisogna ridurre ciò che è inutile e crea frizione per dare spazio al valore per l'utente e raggiungere la perfezione. Che si identifica con un obiettivo: raggiungere il miglior risultato possibile con il minor impiego di mezzi e materia prima. Bisogna eliminare l'errore, ciò che non serve.
E di conseguenza è bandito tutto ciò che crea insicurezza, disordine, instabilità. Perché questi elementi sono un freno alla produttività. Lo stesso discorso si può fare in questo caso: sfruttare l'ergonomia industriale al servizio della produttività. Non è un'idea strana, anzi: tutte le aziende dovrebbero mettere in primo piano questo principio. Quali sono i punti da sviluppare con maggior attenzione?
Migliora la postazione di lavoro
Il primo punto da prendere in esame quando si analizza l'ergonomia in azienda: la postazione di lavoro. Chi conosce bene i principi della lean production sa che c'è una grande cura per chi lavora. La postazione di lavoro deve essere ordinata, accogliente, capace di semplificare la vita dell'operatore e non confondere le attività. Soprattutto se passa molto tempo nella stessa posizione deve avere una serie di accessori pensati per tutelare la struttura scheletrica, la muscolatura e le tensioni posturali. La buona ergonomia ci suggerisce di usare sedie, tappeti defaticanti e postazioni di lavoro in grado di non forzare le caratteristiche fisiche dell'individuo. Lo stesso discorso vale per carrelli, scaffali, piani di lavoro. L'obiettivo è quello di creare una postazione di lavoro in grado di adattare e personalizzare le misure secondo le caratteristiche fisiche.
Tutto questo e altro ancora influenza la produttività dell'operatore. Quindi per rispettare la buona ergonomia della postazione di lavoro conviene seguire le indicazioni dell'Inail che chiarisce, a norma di legge, qual è la condizione ideale per chi lavora davanti a un monitor.
Attenzione al microclima interno
Uno degli aspetti meno noti ma più importanti per garantire la produttività attraverso l'ergonomia dell'ambiente: le condizioni legate a temperatura, umidità, ventilazione del posto di lavoro. Questo significa fare in modo che non ci siano temperature elevate o troppo basse, correnti d'aria, eccessi di umidità o di cambiamenti bruschi. Anche questo vuol dire garantire un posto di lavoro sicuro ed ergonomico. Questi parametri devono essere tenuti sotto controllo per evitare incidenti sul lavoro, malattie e scarsa produttività.
Attenzione ai movimenti ripetuti
Un altro caso importante di gestione dell'ergonomia sul posto di lavoro è quello relativo ai movimenti ridondanti. Possono essere causa di distrazione e alienazione, l'operaio che deve svolgere ogni giorno la stessa operazione per molto tempo rischia d’incorrere in patologie articolari. Al tempo stesso la produttività si riduce e aumenta lo stato di malessere individuale e collettivo.
L'obiettivo di chi si occupa della buona ergonomia sul posto di lavoro: rivalutare le mansioni, ottimizzare il flusso operativo e ridurre le possibilità d’investire l'operatore con attività ripetitive e usuranti.
L'organizzazione delle scaffalature può essere un punto virtuoso da mettere in pratica per evitare movimenti ripetuti e fare in modo che si semplificano le azioni, lo stesso si può dire dei sistemi d’identificazione dei materiali. Bisogna studiare a fondo tutte le azioni per semplificare e snellire, ma anche rispettare l'uomo nella sua complessità: non siamo fatti per movimenti ripetitivi.
Movimentazione manuale dei carichi in sicurezza
Il primo punto che bisogna valutare nel rapporto tra ergonomia e gestione virtuosa delle mansioni: Ridurre la movimentazione manuale dei carichi. Il rischio da movimentazione manuale di carichi raggruppa tutti i disturbi muscolo-scheletrici causati dal sollevamento, trascinamento, spinta e spostamento di un carico, nonché tutto l’insieme di quelle operazioni ripetitive che possono causare piccoli traumi e usura. Questo aspetto permette di prevenire malattie muscolo-scheletriche dell'operatore, ma anche di ottimizzare tempi di produzione e lavorazione del flusso operativo.
Se all’inizio si tratta solo di lesioni temporanee, con lo scorrere del tempo e la ripetizione delle medesime attività, si rischia l’insorgenza di patologie ben più gravi e difficilmente risolvibili. Le patologie più diffuse connesse al lavoro sono: La tendinite, la sindrome del tunnel carpale, la scoliosi ecc…
Quindi, quando si ragiona in termini di ergonomia del posto di lavoro per aumentare la produttività e la sicurezza bisogna sempre valutare qual è la soluzione migliore per spostare un carico pesante dal punto “A” a “B”. Rispetto alla sicurezza della movimentazione carichi abbiamo pensato a un'offerta interessante di macchinari da utilizzare in azienda come i mini lifter, gli elevatori di casse KLT-Lifter, le piattaforme di sollevamento e i carrelli lean.
Metodo OCRA
Il metodo OCRA nasce proprio dal desiderio di prevenire tali rischi e patologie, ricalcando a livello concettuale il metodo NIOSH per la valutazione delle operazioni di sollevamento (Complementare anche il metodo Snook e Ciriello per l’analisi delle operazioni in piano). L’indice di esposizione OCRA Index “Occupational Repetitive Actions Index” deriva infatti dal rapporto del numero di azioni ripetitive svolte in un giorno con gli arti superiori e quello delle operazioni raccomandate. Quest’ultimo valore si basa su uno standard di 30 azioni/min in condizioni ottimali, costante che può variare e soprattutto diminuire in rapporto all’ambiente circostante e a di fattori di rischio come: Forza, postura, complementari e periodi di recupero.
Il Centro Italiano di Ergonomia è l’ente nazionale leader nella consulenza e calcolo dei rischi da sovraccarico di movimenti ripetitivi. Le tecniche da loro applicate rispecchiano quelle previste dalla D.Lgs. 81/08 e specificate nella normativa UNI ISO 11228 parte 3. Il metodo più utilizzato è quello OCRA nei suoi vari livelli d’indagine: OCRA Index, Check-List OCRA e Check-List OCRA per minuto di campione.
Come si svolgono questi livelli d’indagine OCRA?
Il primo step dell’analisi prevede la Check-List OCRA, ovvero un calcolo dell’indice di esposizione ai rischi, meno dettagliato e semplificato, ma che permette di ottenere una classificazione a colori delle fasce di rischio.
Fascia Verde = Rischio accettabile
Fascia Gialla = Rischio borderline
Fascia Arancione = Rischio minimo
Fascia Rossa = Rischio medio
Fascia Viola = Rischio alto
Tutte le postazioni di lavoro che risultano in fascia da gialla a viola, necessitano di un’analisi più dettagliata, ovvero del calcolo dell’OCRA Index. Questo calcolo, come accennato poco sopra, tiene in considerazione anche i fattori di rischio principali come la forza, la ripetitività ecc…
Individuato i rischi connessi a quella postazione di lavoro o ambiente, è il momento d’intervenire per eliminarli o ridurli.
Avevamo parlato anche di Check-List OCRA per minuto di campione, questa tipologia di analisi viene utilizzata quando ci si vuole focalizzare sull’utilizzo di un particolare strumento o attrezzatura. Viene utilizzata soprattutto per lavori di lunga durata con uno stesso utensile.
Ergonomia e Industria 4.0
In un mondo di crescente evoluzione tecnologica, l’attenzione sembra essersi spostata velocemente dall’uomo alle macchine. L’Industria 4.0 cerca invece di far coesistere la nascita continua di nuove tecnologie, con lo sviluppo di ambienti di lavoro che rispettano il benessere fisico e mentale di chi dovrà lavorarci.
Non si può pensare all’uomo asservito ai “robot” perché fattori come la sicurezza, la prevenzione degli infortuni e la ricerca di condizioni di lavoro sempre migliori, restano la chiave per una crescente produttività.
Un approccio attivo all’ergonomia è il fondamento dell’industria 4.0 “uomo-centrica”.
Ergonomia degli strumenti e delle attrezzature
Il concetto di ergonomia non si presta solo alla postazione di lavoro ma anche all'attrezzatura che deve usare, ad esempio, un operaio per svolgere il suo compito. Per ottimizzare questo processo è indispensabile che si proceda verso un'attività di definizione di luoghi in cui posizionare determinati oggetti, standardizzazione delle procedure e semplificazione della comunicazione visuale. Questo avviene anche con:
- Identificazione dei materiali
- Visual Board
- Sistemi Kanban
- Organizzazione scaffalature
- Cartelli di sicurezza
- Porta etichette adesive o magnetiche
- Schermi a pavimento
- Segnaletica verticale
Mai dimenticare che l'ergonomia si ottimizza anche con la buona comunicazione e la gestione visual degli spazi. Non a caso uno dei prodotti che abbiamo da sempre utilizzato per portare avanti l'idea di una gestione lean degli spazi è la marcatura del pavimento.
Utilizzo di strumenti adatti per i carichi
Questo è uno dei principi chiave dell'ergonomia sul posto del lavoro: l'operaio deve ridurre il più possibile l'attività di sollevamento, spostamento e riorganizzazione dei carichi. In questo scenario è avvantaggiato e spronato l'uso di sistemi automatizzati. Come chiarito anche dal manuale Inail dedicato all'argomento, bisogna:
"Progettare il layout delle attività in modo da eliminare le azioni di sollevamento manuale dei carichi e/o ridurne il peso"
In questo frangente la lean organization è decisiva perché chi si occupa di questa materia conosce bene l'importanza degli strumenti per movimentare le pedane o i carichi più o meno pesanti con meccanismi che sfruttano la fisica per ridurre attrito, carico, tempi di spostamento e lavoro fisico. Qualche esempio concreto:
- Carrelli AGV
- Carrelli e Trattori Elettrici
- Sistemi di trasporto
- Milk Run Dolly
- Roll-pallet
- Carrelli porta pallet
- Vagon Dolly
Tutto questo, come già anticipato, ha il duplice obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti ma anche aumentare la produttività. Spesso per iniziare un processo di miglioramento dell'ergonomia sul posto di lavoro c'è bisogno di un confronto concreto, per questo puoi contattarci all'indirizzo info@utekvision.com. Così puoi chiedere maggiori informazioni sui nostri prodotti.